20 dicembre 2007


Bianco Natale
 

Che cosa c’entra Bianco Natale con l’emigrazione italiana, anzi con quella lombarda? La risposta sembra scontata, ma in realtà c’è una lunga storia che in qualche modo ha a che fare con l’argomento.

Il compositore statunitense di origine bielorussa Irving Berlin, pseudonimo di Israel Isidore Baline  (1888-1989) sposò in seconde nozze l’ereditiera Ellin Mackay nell’anno 1926. Questo fatto suscitò un grande scalpore per la differenza d’età tra i due – 37anni lui, 22 lei – ma soprattutto per le differenze etniche e religiose delle due famiglie che ostacolarono il matrimonio a tal punto che Ellin fu diseredata.

Chi era Ellin Mackay? La figlia di Clarence, nipote di John W. Mackay, un magnate delle miniere e delle telecomunicazioni. Famiglia irlandese cattolica che non vedeva di buon occhio il matrimonio con un ebreo askenazita che, essendo un artista, non incarnava il ruolo dell’accumulatore di denaro.

Ellin Mackay  era una donna colta, scrittrice di avanguardia con pezzi pubblicati dal New Yorker.

Autrice di Land I have chosen (La terra che ho scelto) e Silver platter (vassoio d’argento. Sua madre Louise era figlia del noto uomo d’affari Daniel E. Hungerford e di Evalina de la Visera. La zia materna Ada Hungerford si era invece sposata nel 1879 a Roma con l’ingegnere Giuseppe Telfener. Nel 1880 Telfener, Hungerford e Mackay si sarebbero poi associati per formare un consorzio volto alla costruzione di una ferrovia che avrebbe collegato New York con Città del Messico, la Macaroni Railroad.

La carriera artistica di Irvin Berlin si snoda invece attraverso tutto il Novecento. Le sue canzoni sono innumerevoli. La prima che amava nominare è Mary from Sunny Italy (Maria dall’Italia assolata) del 1907, cui seguì Bless America, che fu concepita già al tempo della prima guerra mondiale, ma che fu mandata in onda soltanto nel 1938 il giorno della commemorazione dei caduti, 11 novembre, cantato da Katie Smith e che per il suo patriottismo si può considerare il secondo inno nazionale americano.

Una grande tragedia aveva colpito la famiglia di Irving ed Ellin Berlin nel 1928 quando proprio il giorno di Natale persero il figlio Irving junior. Da allora la festività del Natale non fu più la stessa nonostante i tentativi di nascondere il dolore agli altri figli. Tuttavia Berlin nel 1942 trovò la forza di ricomporre Bianco Natale (White Christmas) per il film La taverna dell’allegria (Holiday Inn)

per cui ricevette l’Oscar. L’interpretazione di Bing Crosby è la più famosa e il canto, scritto da un ebreo bielorusso emigrato da  bambino a New York, continua ad essere la canzone natalizia più popolare.

 

Sogno un bianco Natale

Come quelli di una volta

Dove le cime degli alberi brillano

E i bambini tendono l’orecchio

Per sentire i campanelli delle slitte nella neve

Sogno un bianco Natale

Mentre scrivo biglietti d’auguri

Vi auguro giorni felici e luminosi

E un Natale tutto bianco.

 

Canzone malinconica sia nel ritmo che nel paesaggio solitario  dove il silenzio è rotto dalle slitte e gli alberi, soltanto gli alberi luccicano. E la neve che copre tutto.

E chi non ci crede provi a fare il confronto con Jingle bells, la gioia delle passeggiate sulle slitte con i campanelli tintinnanti, la spensieratezza._