10 giugno 2009
Glauco Luchetti
Gentiloni e Costantino Beltrami
Nella Sala
Consiliare del comune di Filottrano, Ancona si è svolto il 23 maggio
2009 un convegno dal titolo ”Il ricordo e la storia: Il recupero di
Giacomo Costantino Beltrami, un futuro per il museo”.
Il tema dell’incontro è stato il futuro del Museo Beltrami realizzato
da Glauco Luchetti Gentiloni al primo piano del palazzo di famiglia a
Filottrano già dimora di Beltrami. In questa sede sono conservati parte
dei reperti acquisiti dal Beltrami durante i suoi viaggi e spediti in
patria.
Giacomo Costantino Beltrami nacque a Bergamo nel 1779. Fece studi di
giurisprudenza ed ebbe vari incarichi amministrativi durante il periodo
napoleonico. Divenne infine magistrato a Macerata. Stabilitosi a
Filottrano fu perseguitato per il suo legame con Napoleone e con la
massoneria. Nel 1823 dopo aver peregrinato per varie città europee
varcò l’Atlantico e durante una serie di viaggi avventurosi risalì il
corso del Mississippi fino a scoprirne le sorgenti. Fu ad Haiti ed in
Messico. Ritornato in Europa visse a Londra, Parigi e Heidelberg. Tornò
a Filottrano nel 1837 dove si occupò dei suoi possedimenti e trascorse
gli ultimi anni della sua vita. Morì nel 1855.
I beni di Beltrami furono infine acquisiti dalla famiglia di Glauco
Luchetti Gentiloni, che ha il merito di avere ordinato e messo in mostra
i documenti dell’archivio Beltrami. Nato a Roma nel 1916 e diventato
ingegnere civile, Luchetti partecipò alla seconda guerra mondiale e,
fatto prigioniero dagli inglesi, trascorse sei anni in un campo di
concentramento in India. Il suo interesse per le tradizioni locali ha
prodotto diverse pubblicazioni sulle Marche, l’istituzione, sempre nel
palazzo di proprietà, del museo del Biroccio e l’ideazione della Contesa
dello Stivale, una manifestazione in costumi del quattrocento fedelmente
riprodotti dopo continue e costanti ricerche, che si svolge ad agosto.
Luchetti è morto nel 2004, rimpianto da una serie infinita di amici con
i quali ha intrattenuto rapporti amichevoli per tutta la vita. Di lui
hanno parlato tutti con toni commoventi. Soprattutto il dottor Cesare
Marino,antropologo dello Smithsonian Institute di Washington, che di
Luchetti fu grande amico. A Marino e a Leonardo Vigorelli si deve tra
l’altro la pubblicazione nel 1995 del dizionario Sioux esposto a
Filottrano.
Alla morte di Beltrami gli oggetti recuperati durante i suoi viaggi
furono dispersi. Meglio, una parte rimasero a Filottrano e una parte fu
donata alla città natale di Bergamo. I documenti , alcuni ancora non
classificati,furono dati alla civica biblioteca Angelo Maj, mentre i
reperti cosiddetti etnografici furono destinati al museo di scienze
naturali E. Caffi.
A Filottrano la mostra riguardante Beltrami ricopre tutta la sua
esistenza. Inizia con i suoi passaporti ei lasciapassare , prosegue con
le lettere al padre e con le testimonianze che si riferiscono al periodo
napoleonico. La documentazione sulla sua azienda agricola illustra le
attività in questo settore che gli daranno una certa sicurezza
economica. Dalla Restaurazione del 1815 fino alla sua partenza nel 1823
si documenta il suo rifiuto a giurare fedeltà all’imperatore d’Austria ,
l’abbandono della magistratura e il carteggio con la contessa d’Albany
, amica di Alfieri e Foscolo. Sempre in questo periodo Beltrami è legato
da profonda amicizia con la famiglia Spada, soprattutto con la contessa
Giulia Spada de’ Medici, morta prematuramente nel 1820 cui dedicherà il
lago Giulia in Minnesota. Le sue peregrinazioni e le sue ricerche sono
documentate soprattutto nel volume “La dècouverte des sources du
Mississippi et de la Rivière Sanglante” del 1824. I documenti dal 1824
al 1855 sono soprattutto il carteggio con re e capi di stato per
ottenere il riconoscimento dei suoi meriti ed infine con gli amici.
Figura molto complessa, Beltrami ha lasciato un segno indelebile nella
storia dei viaggiatori di primo Ottocento quando nel pieno fervore della
frontiera il pensiero principale era rivolto alla distruzione più che
alla conservazione dei cimeli della cultura dei nativi. Talmente
importanti che nel 1983 il famoso etnologo americano John C. Ewers fece
visita al museo di Bergamo per ammirare le suppellettili indiane di
Beltrami. Alcuni oggetti, come il tamburo da medicina doppio è unico nel
suo genere. Un tamburo memorabile a due facce : da un lato è raffigurato
un demone e dall’altra il sole. Tipico segno di lotta tra forze opposte,
quelle che lacerarono la vita dei nativi ed anche di Beltrami. Una
parte della raccolta fu richiesta dal governo dell’Alberta in occasione
delle Olimpiadi invernali di Calgary del 1988 allorché furono esposti al
Glenbow Museum. A questo proposito consultare le pubblicazioni del
museo E. CAFFI su Beltrami (Un bergamasco tra i Sioux) e la Guida
alle collezioni etnografiche, ambedue ben presentate dal direttore
Marco Valle.
Costantino Giacomo Beltrami ha finalmente trovato la sua collocazione
storica. Riconosciuto a livello internazionale manca forse di
un’attenzione maggiore che senz’altro il rapporto ormai cementato tra il
Museo Beltrami di Filottrano, lo Smithsonian Institute di Washington e
il museo E. Caffi di Bergamo e soprattutto quello delle istituzioni
preposte dovranno dare.
Nelle parole di Marzia Luchetti il tributo al padre : “Si deve alla sua
volontà, alla sua pazienza, alla sua sensibilità, al suo valore di uomo
e alla sua perizia di storico, la possibilità di vedere oggi un
patrimonio unico testimonianza di grande culture, e di tutelare la
memoria di un grande personaggio come Beltrami, che pur sfortunato e
misconosciuto, ha onorato in paesi lontani il nome della patria”._
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