12 marzo 2008
 

Le vicende della famiglia Oltremari da

Sermide



Ho conosciuto Claudio Oltramari in occasione del convegno sull’emigrazione lombarda tenutosi a Magnacavallo l’8 settembre 2008. La mia relazione “Perché i mantovani sono sulle rive del Mississippi” relativa all’emigrazione di primo Novecento con destinazione le piantagioni di cotone dello stato del Mississippi e della  Louisiana è stata ampiamente corredata dalle ricerche di Claudio Oltramari.

Claudio insegna da quasi 30 anni nella scuola elementare dove per diversi anni ha svolto anche incarichi di supporto alla dirigenza scolastica. E’ un brillante studioso di storia medievale e organizzo rievocazioni storiche imperniate soprattutto sul periodo della Contessa Matilde di Canossa.

Da circa 10 anni ho intrapreso questa avventura alla ricerca dei “parenti dispersi” dei quali nessuno sapeva più niente. L'aggancio col Mississippi è giunto rispondendo a un messaggio lanciato in rete da un Oltremari di Greenville.
Inoltre ho riunito anche le famiglie discendenti dagli Oltramari emigrati in Brasile, che ad oggi sono diverse centinaia e che nel 2006 hanno organizzato una grande festa di incontro a Porto Alegre in Brasile. Il racconto che segue dimostra quanto sia difficile recuperare la memoria personale e collettiva nonostante il passato recente e rilancia il valore delle ricerche indipendenti in rapporto alla trascuratezza soprattutto istituzionale sul fenomeno dell’emigrazione.
 

Siamo alla fine del 1800 quando, anche nelle estreme terre della provincia Mantovana, compresa tra i territori di Carbonara di Po, Sermide e Felonica, si assiste ad un massiccio esodo migratorio, soprattutto verso l’America del Sud ed il Brasile in particolare

Le condizioni di vita disagiate e difficili, la difficoltà di mettere insieme pranzo e cena per le famiglie di modesta estrazione sociale, le prospettive tutt’altro che rosee per il futuro, inducono molte famiglie a tentare la carta dell’emigrazione in cerca di sorte migliore.

Fra queste anche la famiglia di Primo Oltremari, che alla fine del secolo lascia una prima volta il territorio sermidese alla volta di San Paolo, in Brasile.

Dei molti che intrapresero questa avventura, tanti non tornarono mai più , ma qualcuno, insoddisfatto della realtà trovata o perché non era riuscito a integrarsi nel nuovo contesto, intraprese il cammino del ritorno. Fra questi anche Primo Oltremari che con la famiglia tornò a Sermide.

Il ritorno alla terra d’origine non fu comunque definitivo, in quanto, continuando ad essere critiche le condizioni di vita nelle nostre campagne anche nei primi anni del nuovo secolo, in molti non resistettero al richiamo verso una nuova emigrazione, stavolta nel Nord del continente americano. Dal Delta del Mississippi infatti giungevano notizie a Sermide e luoghi limitrofi di condizioni di vita migliori e di aspettative di miglioramento della condizione sociale. Queste notizie, trasmesse da alcune persone già colà emigrate qualche anno addietro, descrivevano la terra americana come una sorta di Terra Promessa: vita migliore, rapida possibilità di migliorare le proprie condizioni sociali e possibilità concrete di costruire un futuro migliore per i figli.

Non tutti sapevano però che tali informazioni erano inviate ad arte ed estorte ai sermidesi che già si erano avventurati in quelle terre, da abili “mediatori” alla ricerca di braccia da impiegare nelle piantagioni di cotone per sostituire gli schiavi di colore. Ma tant’è. Così iniziò la corsa al Mississippi da Sermide.

La famiglia Oltremari di Sermide era abbastanza numerosa: i genitori Stefano Oltremari e Maddalena Mazzucchi, provenienti da Ceneselli e passati anche per Felonica, i figli Primo Francesco e Guglielmo Fortunato con le loro famiglie, la figlia Maria Adelina, sposata con Zeffirino Bertolasi (che a quanto pare fu l’unica a rimanere a Sermide). Dai registri parrocchiali di Sermide risulta che la famiglia abitasse alla Corte Spazzata del Conte Cav. Ercole Magnaguti e che Stefano di professione facesse il pescatore, anche se dall’atto di matrimonio contratto con Maddalena Mazzucchi nella Chiesa di Quatrelle di Felonica nel 1860, entrambi sono registrati come contadini. I figli Primo e Maria Adelina risultano nati alla Montagnola (forse un’altra abitazione?) Esistono ancora queste corti? Risiedevano pure in territorio Felonichese altri parenti, delle famiglie dei fratelli di Stefano.

Il primo nucleo a partire fu quello di Primo Oltremari, 44 anni, che dopo l’esperienza brasiliana, intraprese la nuova avventura all’inizio del 1906: parte da Genova sulla nave Antonio Lopez il 19 febbraio del 1906, dopo aver posticipato la partenza già prevista per  l’autunno del 1905. Con lui la moglie Zelinda Barbi di Magnacavallo di 40 anni e i figli Zeffirino, Guglielmo, Dorina, Virgilio, Illuminato e Livio. Sbarcano a New York, nella baia di Ellis Island il 15 marzo dello stesso anno. Destinazione: Rosedale , Mississippi dove era stato chiamato da Policarpo Poletti, che aveva lasciato Sermide circa 6 mesi prima.

Passano solo 2 mesi e sempre da Genova il 21 aprile del 1906 parte con la nave Buenos Aires anche il fratello Guglielmo, 40 anni, con la moglie Pellegrina Pecorari di 32 anni e i figli Amedea, Amedeo,Benedetto e Giuseppe. Sbarcarono ad Ellis Island l’11 maggio dello stesso anno con destinazione Indianola. Risulta chiamato dal fratello Giuseppe, già là residente; in realtà un fratello Giuseppe non esisteva, forse si trattava di un prestanome che  permetteva di agevolare l’ingresso in terra americana.

A Sermide erano rimasti i genitori Stefano e Maddalena, oltre alla sorella Adelina, sposata Bertolasi,ma dopo solo altri 2 mesi ecco che troviamo anche Stefano e Maddalena, che sebbene abbastanza avanti con gli anni per quel tempo (68 anni entrambi), lasciano Sermide; anche loro imbarcati a  Genova sulla nave Buenos Aires il 21 settembre del 1906 per arrivare a New York il successivo 11 ottobre. Destinazione: Indianola, Mississippi presso il figlio Guglielmo.

Della figlia Adelina, probabilmente rimasta a Sermide,col marito Zeffirino Bertolasi, non si hanno più notizie, ma probabilmente ci sarà ancora oggi qualche discendente della loro famiglia. Se qualcuno si riconosce in questa storia si faccia vivo!

Gli Oltremari non ritornarono mai più a Sermide e nemmeno in Italia e della loro famiglia come di quelle di altri circa 250 sermidesi partiti alla volta del Mississippi, non si avranno più notizie. Cala su di loro un oblìo che durerà quasi un secolo. Bisogna arrivare agli anni ’90 per trovare un primo tentativo di contatto: da Greenville (Mississippi) partono alcune lettere indirizzate alle famiglie di cognome Oltremari trovate sull’elenco telefonico italiano, ma, vuoi per la difficoltà di interpretazione del contenuto, vuoi per la mancanza di riscontri da parte di chi le ricevette, il tentativo non sortì risultati apprezzabili.

Solo all’inizio del 2000, grazie a internet e alla possibilità di lanciare messaggi in rete, la situazione si sblocca e i contatti vengono riannodati: trovo un appello su Internet, rispondo, cerco riscontri, intervisto parenti anziani, visiono registri di nascita e così un secolo di avventure e di notizie cominciano a correre  tramite web e posta elettronica e in questo modo arrivano le foto vecchie, ingiallite, sbiadite, forse scattate per  essere inviate in Italia, forse anche inviate e mai arrivate. Chissà... chi le fece non c’è più e chi doveva riceverle nemmeno, si possono fare soltanto ipotesi...

Cosa è rimasto dell’italianità in queste famiglie attualmente? Persa la lingua, rimangono alcuni secondi nomi italiani accanto al nome americano, la voglia di conoscere e ritrovare le proprie radici e qualche reminiscenza dell’antico dialetto sermidese. Accade pertanto che, in testi in perfetto english, ci si può imbattere in parole a noi della bassa ancora oggi familiari , soprattutto legate alla cucina, come “Pinsìn”, “Latughi”, “Agnolini” che, loro assicurano, vengono ancora oggi preparati secondo le ricette  delle bisnonne sermidesi!

Ma cosa accadde nella nuova terra? Come si inserirono queste persone sradicate dalla loro patria? Di cosa si occuparono? Per decenni non se ne seppe nulla, non ci furono contatti con amici o parenti rimasti in Italia. Possibile che nessuno abbia sentito il desiderio di contattare vecchi affetti? Possibile che anche di qua nessuno abbia cercato notizie di chi era partito? Sta di fatto che queste famiglie sembrano letteralmente scomparse e di loro  non si trova traccia negli atti ufficiali.

Giunti in America, la terra promessa si rivelò subito molto meno allettante di quanto era stato prospettato loro e come rileva anche il Dr Ernesto R Milani nei suoi studi su questo fenomeno migratorio, le famiglie sermidesi andarono incontro a condizioni di vita molto dure, probabilmente anche peggiori di quelle che avevano lasciato.

Ma non per tutti il destino fu così avaro, oppure alcuni riuscirono presto a riscattarsi grazie al loro ingegno, alla loro volontà e al grande sacrificio unito al duro  lavoro.

Lasciate Indianola e Rosedale, le famiglie Oltremari si riunirono in Greenville, dove acquistarono i terreni su cui costruirono le loro case. Osservando una planimetria di Greenville di oggi, possiamo individuare una “Oltremari Lane”, una specie di Via Oltremari, ma anche una “Gamari Street” che altro non è che la strada dove Oltremari di successiva generazione e Gamberini, imparentati per matrimoni, costruirono le loro abitazioni: unendo Gam di Gamberini con ARI di Oltremari, risultò il nome Gamari dato alla strada. Sempre sulla planimetria incontriamo ancora l’indicazione di una “Oltremari Plantation” che ad oggi mantiene solo il nome di località, in quanto nessuno più segue questa attività.

Mi scrive Brian,32 anni, trisnipote di Guglielmo Oltremari, che già negli anni ’20 il trisnonno possedeva un “grocery store”, una sorta di drogheria o forse di emporio in cui si trovava di tutto, che gestiva con la sua famiglia, attività che poi cambiò, spostandosi a Greenville, acquistando una “Plantation”che deve avergli garantito un buon livello di vita se alla sua morte, intorno agli anni ’40 egli fu in grado di stabilire un indennizzo per le figlie femmine di 1000 dollari di allora  ciascuna, lasciando le terre ai figli maschi. Testimonia il fatto che forse non se la passava male anche una vecchia fotografia in cui egli appare ritratto di fianco alla sua auto.

Paul Oltremari, 58 anni, pronipote di Primo, ricorda con nostalgia l’infanzia passata nella casa di proprietà dei nonni, dove il mulo(!) era  considerato quasi come una persona, anche se era ormai vecchio e non più utilizzato per il lavoro, ma lo accudivano ugualmente con rispetto e gratitudine per i tanti anni in cui era stato mezzo di trasporto e animale da tiro e da lavoro. Ricorda anche il profumo della “Pincia” (altro termine sermidese mi pare) che la nonna Rosa cuoceva nel forno di casa e poi rivendeva nel negozio in Greenville.

Bobbye Ann Oltremari 68 anni, da Greenville, racconta che la figlia Teresa, classe 1959, all’età di 5-6 anni già non riusciva più a comunicare verbalmente con i nonni, quando andava a trovarli nella loro casa, in quanto essi mai si erano adattati a parlare l’inglese e lei era cresciuta senza apprendere nulla dell’italiano o meglio del dialetto parlato da loro. Con un velo di tristezza, racconta come  passavano i loro  momenti in compagnia,  tutti impostati su dolci sguardi e tenere carezze e coccole, ma senza la capacità di intendersi  con le parole….

Frances Oltremari, 79 anni, nipote di Primo, ancora arzilla e lucidissima, scrive nel suo blog: “I am Italian. My parents came from Italy.” Io sono italiana e i miei genitori vennero dall’Italia.

Elma Oltremari, 83 anni, ultima nipote  vivente di Guglielmo incarica il nipote di chiedermi di spedirle via e-mail foto del paese in cui  nacquero e da dove partirono i suoi nonni e si dice commossa nel vedere l’interno della chiesa di Quatrelle dove i suoi antenati risultano essersi sposati.

Oggi i discendenti di questa famiglia negli USA sono centinaia e vivono non solo in Mississippi, ama anche in Texas, Illinois, Oklahoma e altrove.

Sembra impossibile a dirsi, ma in questi anni è stato più facile scoprire le vicende degli Oltremari emigrati in America, che di quelli rimasti in Italia. Dai registri parrocchiale di Felonica e Quatrelle risulta che Stefano avesse 3 fratelli e una sorella: Antonio, Domenico, Maria e Giovanni. Tutti sposati e con prole. Oggi non ve n’è traccia a Felonica né a Sermide. Solo anni fa Maria Grazia Oltremari da Verona mi scrisse per dirmi che suo nonno Oltremari Vincenzo è nato, vissuto e morto a Felonica (dovrebbe essere uno dei figli di Domenico e quindi cugino di Primo e Guglielmo). Dei suoi figli (8 di cui 3 maschi e 3 femmine), Luigi fu medico, laureatosi all’Università di Bologna nel 1928, e un altro, Domenico, risulta aver frequentato il Liceo Carducci di Ferrara nel 1922/23. A questo punto mi chiedo cosa possa essere accaduto da determinare un destino tanto diverso in famiglie di 2 fratelli  nello stesso tempo e nello stesso luogo? Stefano e i suoi figli, lasciano l’Italia in cerca di fortuna, mentre i figli del fratello riescono a intraprendere studi fino a giungere all’università. Ma questo è un altro mistero e un’altra storia._

Claudio Oltramari